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Il ruolo del Dietista: tra identità professionale, confusione terminologica e sfide future

ANDREA TUZIO INTERVISTA LAURA MORISI, PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE ALBO DIETISTI DI BOLOGNA E COMPONENTE DELLA COMMISSIONE D’ALBO NAZIONALE.


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In un momento storico in cui il tema dell’alimentazione è al centro del dibattito pubblico e professionale, la figura del dietista continua a essere spesso poco conosciuta o confusa con altri ruoli non regolamentati. Ma chi è davvero il Dietista? Quali sono le sue competenze? E come si distingue dal “nutrizionista”?

Ne parliamo con Laura Morisi, Presidente della Commissione Albo Dietisti di Bologna e componente della Commissione d’Albo Nazionale, che ci aiuta a fare chiarezza sul profilo di questo professionista sanitario, sul suo campo d’azione, che spazia dall’ospedale alla prevenzione, dalla libera professione alla ristorazione collettiva, e sulle prospettive future della professione, sempre più centrale nei percorsi di cura e promozione della salute.

Un’intervista per conoscere a fondo la professione del Dietista e sapersi orientare e comprendere i confini tra le figure che operano nel mondo della nutrizione.


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Martedì 21 ottobre 2025, sono circa le 18:00 di una giornata lavorativa che volge ormai alla conclusione e siamo in videochiamata con Laura Morisi, Presidente della Commissione Albo Dietisti di Bologna e componente della Commissione d’Albo Nazionale.

Andrea Tuzio (AT): Presidente Morisi, iniziamo da un punto fondamentale: chi è il Dietista? Qual è il suo profilo professionale e in cosa si distingue da altre figure, spesso confuse, come il nutrizionista?

Laura Morisi (LM): Il Dietista è un professionista sanitario, dell’Area Tecnico–assistenziale, riconosciuto dallo Stato italiano e dall’Unione Europea, con un profilo definito dal Decreto Ministeriale n. 744 del 1994. A differenza di altri termini più generici come “nutrizionista”, che non corrisponde a una qualifica professionale regolamentata, il dietista ha una formazione specifica, un percorso universitario abilitante (laurea triennale in Dietistica) e una precisa identità normativa e deontologica. L’Albo dei Dietisti, istituito con la Legge 11 gennaio 2018, n. 3, afferisce all’Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (FNO TSRM e PSTRP).

Il termine “nutrizionista”, invece, in Italia è un’etichetta che può essere usata da chiunque abbia un interesse per la nutrizione: può trattarsi di un medico, di un biologo, ma anche di persone che non hanno una formazione clinica né sanitaria. Il dietista, invece, è l’unico professionista sanitario non medico che può operare in ambito nutrizionale, anche in collaborazione con il medico per la terapia nutrizionale di situazioni patologiche.

AT: Quali sono, quindi, le competenze e i compiti specifici del dietista?

LM: Il dietista si occupa della valutazione dello stato nutrizionale, della definizione e attuazione di interventi nutrizionali personalizzati, del monitoraggio dei risultati e dell’educazione alimentare del paziente. Il suo intervento può riguardare sia persone sane, per la promozione della salute, che pazienti affetti da patologie.

In condizioni patologiche, il dietista agisce sempre in sinergia con il medico, sulla base di una diagnosi clinica. La sua è una figura tecnico-relazionale-educativa: non si limita a “dare diete”, ma accompagna il paziente in un percorso di consapevolezza e miglioramento del proprio stato di salute e benessere.

AT: E cosa può fare il dietista rispetto al medico? Dove si collocano le rispettive responsabilità?

LM: Il medico formula la diagnosi clinica, valuta gli esami, prescrive indagini strumentali. Il dietista prende in carico il paziente dal punto di vista nutrizionale, elaborando un piano alimentare personalizzato in base al quadro clinico. È un lavoro sinergico.

Il dietista non può fare diagnosi mediche o prescrivere esami, ma deve saper leggere la documentazione sanitaria, comprendere il contesto clinico e soprattutto lavorare con il paziente nella quotidianità, traducendo la scienza in azioni concrete e sostenibili.

AT: In un sistema sempre più affollato da figure che si occupano di alimentazione, medici, biologi, chef, coach, che ruolo riveste oggi il dietista?

LM: Il dietista è il professionista sanitario esperto in nutrizione. La sua formazione include discipline cliniche, psicologiche, fisiologiche, biomediche, con almeno 1.500 ore di tirocinio pratico. Questo lo distingue nettamente da altre figure, come i biologi, che pur potendo accedere ad alcuni percorsi post-laurea in ambito nutrizionale, non hanno una formazione clinica né un tirocinio professionalizzante nel SSN.

Purtroppo, molti cittadini si rivolgono al “nutrizionista” senza sapere chi sia davvero: Medico? Biologo? Dietista? È una confusione che crea rischi. Il mio consiglio è sempre di verificare che il professionista sia iscritto all’albo: è una garanzia per la tutela della salute.

AT: Quali sono oggi i principali ambiti lavorativi del dietista?

LM: Il dietista lavora in moltissimi contesti: ospedali, RSA, ambulatori, centri di riabilitazione, ristorazione collettiva (scuole, aziende, mense, comunità), ambito sportivo, esercito, servizi di nutrizione domiciliare, centri termali, prevenzione pubblica, ricerca e libera professione.

È una figura trasversale e in evoluzione. Ad esempio, i dietisti sportivi seguono gli atleti anche durante le trasferte; quelli ospedalieri si occupano anche di nutrizione artificiale enterale e parenterale; altri seguono progetti educativi nelle scuole o con le associazioni pazienti. È un mondo vasto e affascinante.

AT: A proposito di futuro, dove sta andando la professione del dietista?

LM: A livello europeo, il dietista è l’unica figura riconosciuta per operare nel campo della nutrizione, e sono già codificate competenze avanzate come “dietista esperto” o “proficient dietitian”. Anche in Italia dobbiamo lavorare per valorizzare le competenze acquisite sul campo e sviluppare percorsi formativi post-laurea specifici, in linea con i bisogni della popolazione.

Il dietista del futuro sarà sempre più integrato nei team multiprofessionali, in grado di rispondere non solo a esigenze cliniche, ma anche sociali, culturali e ambientali. Lavorerà non sulla malattia, ma sulla persona.

AT: Una battuta conclusiva: oggi si assiste ad una proliferazione di video, ricette, post sulla nutrizione. Che ne pensa?

LM: Penso che tutti debbano collaborare per promuovere un ambiente favorevole alla salute. È giusto che anche il medico, l’insegnante, il genitore, il caregiver parlino di corretta alimentazione, ma ognuno deve rimanere nel proprio ambito.

Il dietista è il professionista che traduce le conoscenze scientifiche in comportamenti concreti, adattati al vissuto e alle risorse della persona. È tecnico, ma anche educatore e comunicatore. E non lavora per il mercato, ma per la salute.

AT: Grazie, Presidente. Una conversazione ricchissima che aiuterà sicuramente i nostri lettori a conoscere meglio la figura del Dietista e ad orientarsi tra le tante figure che oggi parlano di alimentazione, ma soprattutto a capire l’importanza del Dietista come professionista sanitario.

LM: Grazie a Lei per l’invito e per lo spazio dato alla nostra professione. Continuiamo a fare chiarezza per tutelare i cittadini e costruire una sanità sempre più competente e collaborativa.

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